Storia
Il primo nucleo dell’attuale città fu l’antico villaggio di Salentino, alcuni datano l’origine al primo Medioevo, altri ai Normanni che ricostruirono il Castello, già edificato dai Longobardi, quale centro di potere contro le incursioni nemiche.
Nel 1450 il nucleo abitativo fu raso al suolo e risorse con gli Aragonesi diventando comune.
Fu in mano ai conti di Acquaviva di Conversano e ai De Mari di Genova, che sulle rovine del castello normanno, costruirono il grandioso palazzo che oggi ospita il municipio e la pretura. (vedi foto).
Acquaviva annovera tra l’altro una Cattedrale, un tempo una delle quattro Basiliche Palatine della regione, fortemente voluta dagli Acquaviva d’Aragona, edificata sui resti della prima Cattedrale di epoca Normanna.
Oltre a questi due monumenti storici si possono ammirare tra l’altro “la torre dell’orologio”, “la cappella della Madonna del Carmine” dichiarato monumento Nazionale, la chiesa di “San Benedetto” dal monumentale campanile ed il “Teatro Comunale” dall’imponente prospetto, che insieme alla Cassa Armonica, sita al centro di Piazza Vittorio Emanuele, costituiscono i simboli della città.
Il territorio
La fertilità delle terre, la ricchezza delle acque sorgive sono state le vere cause che hanno spinto le popolazioni a costruire l’attuale centro urbano.
L’insediamento fin dall’età più remota crebbe rapidamente, rispetto agli altri villaggi, grazie al suo clima e alla presenza delle falde acquifere ed è grazie a quest’ultima ricchezza che, dopo molti secoli, al nome Acquaviva è stato aggiunto “delle Fonti”.
Il sottosuolo di Acquaviva è ricco di falde dalle quali i nostri antenati, attraverso numerosi pozzi, attingevano l’acqua necessaria quale risorsa primaria.
Gli Acquavivesi scavavano pozzi nelle case, nelle strade e nelle campagne fino a raggiungere il pelo dell’acqua, costruivano le pareti interne dei pozzi con tufi spinti dall’alto verso il basso e sistemati l’uno sull’altro. Infine rivestivano la parte esterna con muretti di pietra.
L’acqua sotterranea, raccolta nelle falde, era sfruttata per scopi agricoli e tirata su dalla Noria, che era una macchina attivata da un asino o da un mulo che girava in circolo all’infinito (tutt’oggi questa macchina è visibile in piazza Vittorio Emanuele).
La principale caratteristica del territorio, anche dal punto di vista del paesaggio, è la presenza dei pozzi nel centro storico e delle norie sui pozzi delle campagne.
Molti pozzi sono stati chiusi e molte norie sono state distrutte, ma nonostante ciò rimangono molte testimonianze soprattutto tra le mappe topografiche: “Estramurale Pozzo Zuccaro”, “via Pozzo Lepenne”, “via Pozzo Contella”, ” via Pozzo Monopoli”.
Alcune mappe topografiche destano particolare interesse perché fanno riferimento alla composizione chimica delle acque, come ad esempio “Pozzo Salso“: l’acqua di quel pozzo in quel terreno risulta essere più “dura”, cioè più ricca di sali minerali; ciò trova riscontro in un documento dell’inizio del 1600:
“…e vi sono molti pozzi così del pubblico come de particolari, d’acqua salimastra, della quale si servono per li animali, per li panni, per conciare di pelle e per altre necessità, eccetto che per lo vitto. Ben vero è che in alcuni luoghi di detta terra la detta acqua sorgente è più salimastra et in alcuni meno, et per lo vitto si servono di acque dolci che stanno fuora di detta terra et molto poco distanti…“.
La campagna di Acquaviva postata verso Nord è ricca di alberi d’olivo sistemati a filari, spesso intercalati da alberi di mandorlo.
Si notano anche interessanti vigneti e piantagioni di alberi da frutto (ciliegi, gelsi e percochi).
A Sud invece la campagna è ricca di boschi cedui, di querce, di qualche macchia di pineta, di seminativi e qualche pietraia murgiana.
La terra genera un eccellente vino, qualità “primitivo” e un prezioso olio, ma un’altra ricchezza di questa terra è “La cipolla di Acquaviva” che ha ottenuto dalla Regione Puglia il riconoscimento di “prodotto tradizionale pugliese”.
Comunque l’intero territorio merita un approfondimento più capillare anche perché esso conta, tra l’altro, di circa 500 strutture tra Casali e Masserie.
Specialità gastronomiche
La gastronomia di Acquaviva ha il suo punto di forza nella cipolla, bulbo che ne prende addirittura il nome, e che ha ottenuto, come già detto, il riconoscimento di “ prodotto tradizionale pugliese”.
Molte di quelle che sono le pietanze, anche le più antiche, dalla carne, ai ragù, dalla frittata alla focaccia ed alle insalate, assumono delle fragranze particolari dovute alla presenza della cipolla di Acquaviva che rimane di un gusto accattivante per il palato e la gola, rendendo tali piatti sempre attuali ed al passo con i mutamenti del gusto.
Importante sì ma non unico prodotto gastronomico del territorio Acquavivese, infatti le colture e le preparazioni di piatti a base di legumi sono molto presenti e risultano essere molto ricercati soprattutto quelli a base di fave con la cicoria e quelli con fave secche non sgusciate, eccellenti protagoniste nella preparazione con la cipolla soffritta in olio d’olivo.
Anche i ceci neri e le gustose cicerchie con i quali si preparano delle gustose zuppe che insaporite con un soffritto di cipolla, contribuiscono ad elevare i gusti dei piatti preparati secondo le antiche ricette tradizionali del posto e derivano da una approfondita ricerca di pietanze contadine che affondano le loro radici nelle tradizioni culinarie acquavivesi.
.L’argomento certamente non può non essere trattato da solo e con più approfondimento tenuto conto che la campagna a cui gli Acquavivesi sono dediti produce un prezioso olio d’olivo ed un eccellente vino che ben si accompagna alle gustose carni, per lo più cucinale alla brace, di animali allevati nelle masserie presenti sul territorio.